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TRASFORMAZIONI URBANISTICHE TRA DIRITTI E FINANZA
In nome della ripresa economica il legislatore nazionale spinge sempre di più verso la deregulation. A livello locale, le amministrazioni indebitate troppo spesso gestiscono il territorio in maniera avulsa dagli effettivi bisogni della comunità, alla ricerca degli oneri di urbanizzazione oppure ricorrendo ai fondi di soggetti privati, i quali di fatto diventano i disegnatori dell’assetto delle città.
L’urbanistica ha perso la propria funzione, non tenendo nel debito conto i valori ambientali e paesaggistici, ai quali sono strettamente legate la salute e la qualità della vita dei cittadini, oltre che la loro identità comune; spesso cancellando, per sempre, la storia dei luoghi.
Le esperienze di alcuni amministratori, tuttavia, dimostrano concretamente che è possibile gestire il territorio esclusivamente nell’interesse dei cittadini, implementando politiche urbanistiche basate non sulla svendita del territorio, bensì sulla sua tutela e valorizzazione ed esaltandone le peculiarità.
La stessa Costituzione sancisce che l’interesse pubblico costituisce un limite alla proprietà privata e proclama la sovranità del popolo sul territorio, fornendo così ai cittadini importanti strumenti per tutelare il patrimonio comune, utilizzabili quando le scelte di chi governa non tengono conto delle esigenze della collettività.